"Burkinabé", la battaglia quotidiana di donne e uomini per sopravvivere alla malattia e al dolore, insieme alla loro coraggiosa resilienza. Mostra fotografica a Roma

Si chiama 'Burkinabe'' la mostra di fotografie firmate da Francesco Cocco che, curata da Giulia Tornari con il coordinamento di Barbara Romagnoli, inaugurata ieri negli spazi di Officine fotografiche, in via Libetta 1, a Roma, dove restera' fino al 20 ottobre.
La Repubblica del Burkina Faso nelle immagini scattate da Cocco nel febbraio del 2017 piu' che la "terra degli uomini integri" appare come la "terra delle donne sospese", fra poverta' e riscatto, paura e desiderio di cambiare, tradizioni come macigni e nuovi diritti tutti da conquistare. Fra i paesi piu' poveri al mondo, con il 63,8% della popolazione che vive in condizioni di miseria e il 44,5% al di sotto della soglia di poverta' assoluta, in Burkina vivono circa 110mila persone con Hiv/Aids e il numero di coloro che ricevono la terapia antiretrovirale e' aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni: da 3.000 censiti nel 2004 a 46.623 nel 2015. Sono ancora molti i pazienti che non vi accedono soprattutto nelle zone rurali ma, in generale, ci sono stati alcuni sensibili miglioramenti per quanto riguarda la mortalita' infantile e materna e l'aspettativa di vita, anche grazie a una serie di riforme che il governo del paese ha messo in atto per garantire l'accesso universale ai servizi sanitari.
Un lavoro importante sostenuto in Burkina Faso da organizzazioni della societa' civile, come Associazione italiana donne per lo sviluppo Onlus e Medicus Mundi Italia, entrambe appartenenti all'Osservatorio AiDS - Aids Diritti e Salute che ha promosso una missione conoscitiva in Burkina per sensibilizzare l'opinione pubblica non solo sulla lotta all'Aids, sostenuta anche dal Fondo Globale, e sull'accesso ai farmaci, ma anche sulla violenza maschile sulle donne e i minori e i matrimoni forzati: il racconto fotografico di Francesco Cocco restituisce con estrema delicatezza la battaglia quotidiana di donne e uomini per sopravvivere alla malattia e al dolore, insieme alla loro coraggiosa resilienza.