
Lavoro, a Bologna la Cgil prevede disastri: a settembre i disoccupati rischiano di aumentare di altri cinquemila

e' passata". Tant'e' vero che secondo il segretario provinciale della Camera del lavoro, Maurizio Lunghi, "rischiamo a settembre prossimo un incremento della disoccupazione, dovuto alla perdita del lavoro di coloro che oggi sono in cassa integrazione e operano in aziende che non vedono crescita o ripresa
all'orizzonte". Numeri alla mano, "parliamo di una cinquantina di imprese del comparto industriale, per circa 5.000 lavoratori interessati". Un plotone che si andrebbe a sommare ai "circa 8.000 lavoratori che nel 2015 sono stati collocati in mobilita' e quindi in disoccupazione". Senza contare che a Bologna "ci sono
piu' di 24.000 disoccupati sopra i 45 anni".
Gia' in aprile, ricorda Lunghi, il sindacato avvertiva dal pericolo di un "intreccio pericoloso, dovuto al combinato disposto da un lato dell'esaurimento della copertura degli ammortizzatori sociali e dell'altro della scarsa ricettivita' del mercato del lavoro". Perche' a Bologna, tolti i settori del packaging e dell'automotive ed eccezioni come Philips Morris e Yoox, "il resto del tessuto produttivo non cresce e non riesce ad assorbire, in termini sensibili, la manodopera espulsa negli
ultimi anni". Secondo la Cgil, le crisi di aziende come Stampi Group, BredaMenarini, Demm, Coop Costruzioni e Selcom, a cui si aggiunge la vertenza della Fiera, "sono la dimostrazione che le difficolta' non sono superate.
L'aumento della cassa integrazione straordinaria (+25% rispetto al 2015) ci dice come la crisi sia in pieno svolgimento- insiste Lunghi- dimostra che le aziende
piu' strutturate sono in difficolta' e alle prese con processi di ristrutturazione e riorganizzazione".
In altre parole, attacca Lunghi, "il trend e' a tinte grigio scure e non rosee, come paventava il Governo fino a qualche mese fa. La riduzione degli incentivi alle assunzioni tramite Jobs act ha finito per aumentare le assunzioni con contratti a termine e voucher", mentre i rapporti a tempo indeterminato "tornano sotto il 30% a fronte degli ultimi 275.000 avviamenti al lavoro registrati a giugno 2016". Per invertire la rotta, sostiene la Cgil, "occorre che il Governo riveda le politiche sugli ammortizzatori sociali e riapra un turn over piu' dinamico tra lavoratori pensionabili e giovani in cerca di lavoro". Ma non solo.
Lunghi suona la sveglia anche alle realta' locali. "Gli accordi raggiunti nei mesi scorsi sul Patto per il lavoro con la Regione e con la Citta' metropolitana devono essere rapidamente applicati- richiama il sindacato- il completamento e l'avvio di grandi opere come Sfm, People Mover, Fico e Passante rappresentano potenziali volani di crescita occupazionale". Ma oltre a questo, manda a dire Lunghi, "serve uno scatto da parte delle imprese e delle associazioni datoriali negli investimenti e nelle politiche di aggregazione, per meglio competere sul mercato internazionale". Infatti, punge il numero uno Cgil, "non vorremmo che prevalesse una situazione di assuefazione e rassegnazione che produce immobilismo e non consente un'uscita dal lungo tunnel della crisi". Lunghi invita insomma a "fare sistema. Pungoleremo tutti i soggetti che possono determinare azioni e scostamenti dall'attuale immobilismo".