Lo sciopero nella Calabria senza lavoro
Lo sciopero generale territoriale proclamato da Cgil, Cisl e Uil prende le mosse dalla Calabria e dalla provincia di Cosenza. Terre martoriate dove secondo gli ultimi dati riferiti al primo trimestre 2013 a fronte di ogni assunto più di due persone hanno perso il lavoro (66.928 i primi, 141.272, i secondi), dove i rapporti di lavoro avviati nello stesso periodo sono stati pari a 77.322, con un forte decremento di oltre il 10%, dove, dicono i freschi dati di ieri, la cassa integrazione in deroga autorizzata a settembre ha segnato meno 98,5% sull'anno precedente e meno 99,3% rispetto al solo mese di agosto. Dove il precariato, specie quello nella pubblica amministrazione, ha portato i lavoratori a ritornare sui tetti per chiedere salari arretrati e certezze per il futuro.
Ma questa mobilitazione nazionale parte in sordina dal momento che la piazza di Corigliano Calabro non è certo colma per la manifestazione provinciale «contro la legge di stabilità gli sprechi e le rendite per dare più risorse ai lavoratori e ai pensionati». Che ha registrato, secondo le fonti ufficiali dei sindacati, una massiccia adesione di lavoratori di tutti i settori. Partecipazione «massiccia» dei forestali, dei lavoratori in mobilità e degli Lsu-Lpu, con adesioni dai servizi e dalle pulizie ospedaliere, dall'edilizia civile, dai trasporti e dall'agricoltura arrivando a punte del 100% alla Dormiflex di Oriolo, alla Europak Laterizi di Altomonte e alla Carena spa, attiva nel cantiere di Laino della Salerno-Reggio.
Lo sciopero si terrà a partire da oggi e fino a venerdi in tutte le province italiane attraverso un programma che prevede quattro ore di astensione e che si articoleranno a livello territoriale. «La mobilitazione partita oggi con lo sciopero generale in provincia di Cosenza e la manifestazione di Corigliano è sacrosanta - afferma il coordinatore regionale di Sel, Gianni Speranza - Ad aggravare la situazione arrivano oggi i dati sulla cassa integrazione in deroga che collocano la Calabria all'ultimo posto e tutto ciò nel totale silenzio da parte della Regione. Occorre dare risposte ai senza lavoro, a coloro che rischiano di perderlo, agli Lsu e Lpu, ai giovani».
Molto critica la sinistra Cgil sulle modalità di lotta e sulla tempistica. «Si è trattato di uno sciopero liquido di cui non si è accorto nessuno - afferma Delio di Blasi, della direzione regionale - che, al netto della retorica dei comunicati ufficiali, ha visto una scarsa adesione in tutti i settori forse perché è stato preparato male senza assemblee sui posti di lavoro, con una piattaforma debole e contraddittoria in cui i lavoratori non si sono affatto riconosciuti. C'è una crisi di rappresentanza non solo tra i giovani e i precari ma anche nei settori tradizionalmente più sindacalizzati per cui questa crisi avrebbe bisogno di ben altre risposte come noi avevamo proposto sulla scia delle piazze del 12 e 19 ottobre: uno sciopero di almeno 8 ore e con una manifestazione nazionale. Non ci hanno ascoltato e si sono accontentati di un rituale burocratico. Che in uno stato di crisi non esercita alcuna attrattiva».
Ma questa mobilitazione nazionale parte in sordina dal momento che la piazza di Corigliano Calabro non è certo colma per la manifestazione provinciale «contro la legge di stabilità gli sprechi e le rendite per dare più risorse ai lavoratori e ai pensionati». Che ha registrato, secondo le fonti ufficiali dei sindacati, una massiccia adesione di lavoratori di tutti i settori. Partecipazione «massiccia» dei forestali, dei lavoratori in mobilità e degli Lsu-Lpu, con adesioni dai servizi e dalle pulizie ospedaliere, dall'edilizia civile, dai trasporti e dall'agricoltura arrivando a punte del 100% alla Dormiflex di Oriolo, alla Europak Laterizi di Altomonte e alla Carena spa, attiva nel cantiere di Laino della Salerno-Reggio.
Lo sciopero si terrà a partire da oggi e fino a venerdi in tutte le province italiane attraverso un programma che prevede quattro ore di astensione e che si articoleranno a livello territoriale. «La mobilitazione partita oggi con lo sciopero generale in provincia di Cosenza e la manifestazione di Corigliano è sacrosanta - afferma il coordinatore regionale di Sel, Gianni Speranza - Ad aggravare la situazione arrivano oggi i dati sulla cassa integrazione in deroga che collocano la Calabria all'ultimo posto e tutto ciò nel totale silenzio da parte della Regione. Occorre dare risposte ai senza lavoro, a coloro che rischiano di perderlo, agli Lsu e Lpu, ai giovani».
Molto critica la sinistra Cgil sulle modalità di lotta e sulla tempistica. «Si è trattato di uno sciopero liquido di cui non si è accorto nessuno - afferma Delio di Blasi, della direzione regionale - che, al netto della retorica dei comunicati ufficiali, ha visto una scarsa adesione in tutti i settori forse perché è stato preparato male senza assemblee sui posti di lavoro, con una piattaforma debole e contraddittoria in cui i lavoratori non si sono affatto riconosciuti. C'è una crisi di rappresentanza non solo tra i giovani e i precari ma anche nei settori tradizionalmente più sindacalizzati per cui questa crisi avrebbe bisogno di ben altre risposte come noi avevamo proposto sulla scia delle piazze del 12 e 19 ottobre: uno sciopero di almeno 8 ore e con una manifestazione nazionale. Non ci hanno ascoltato e si sono accontentati di un rituale burocratico. Che in uno stato di crisi non esercita alcuna attrattiva».