
Al primo punto della manifestazione, la riaffermazione del rispetto che meritano tutti i lavoratori e le lavoratrici, a cominciare da quelli che garantiscono il funzionamento dei servizi pubblici nonostante le voragini nelle piante di organico e l’assenza di investimenti e di manutenzioni che si registra in molti settori.
"La campagna creata ad arte contro i lavoratori - si legge in un comunicato di Usb - è servita in questi mesi a sostenere i progetti di privatizzazione dei trasporti, dei servizi all’infanzia e dello smaltimento dei rifiuti. Al contrario, è indispensabile un Piano Straordinario per il Lavoro in tutti i settori di pubblica utilità, a cominciare dalla stabilizzazione delle migliaia di precari che da anni sono utilizzati nei servizi alla cittadinanza".
Con la manifestazione del 19 marzo si mettono dunque insieme gli interessi dei cittadini, a partire da quelli delle periferie, che costituiscono le zone di maggiore sofferenza della città, con quelli dei lavoratori e dei disoccupati: per rilanciare la città occorre creare posti di lavoro in tutti i settori di interesse collettivo, che in questi anni sono stati pesantemente ridimensionati.
A poche settimane dall’appuntamento elettorale, la manifestazione di ROMA NON SI VENDE manda un segnale chiaro al governo e a chi si prepara alla competizione: "la città è stanca di tagli e di speculazioni per il mercato, l’agenda deve cambiare e questa volta devono essere i lavoratori e i cittadini ad indicarla".