
“Oggi venticinquenne, Nadia è una ex schiava sessuale, rapita dai miliziani dell’Isis quando ne aveva diciannove. La sua terribile storia - prosegue - è quella di tante altre bambine, ragazze, donne violentate e abusate dall'Isis, comprate e vendute più volte, vittime di ogni tipo di abuso sessuale, fisico e psicologico”.
“La violenza sulle donne - aggiunge la Cgil - è da sempre la violazione dei diritti umani più diffusa, la più pervasiva e strisciante, definita dal Tribunale dell'Aja un crimine contro l'umanità. Per questo - sottolinea - l’assegnazione del Nobel a Nadia Murad rompe un vergognoso silenzio sullo stupro come arma di guerra, che da sempre rappresenta uno strumento specifico di terrore nei conflitti, ma per secoli omesso dai racconti ufficiali e tacitamente accettato. Nadia è stata la prima a rompere il silenzio, a lei dobbiamo dire grazie”, conclude la nota.