
La discussione ha fatto emergere una grande sintonia con le parole e i giudizi di Landini. Il giuslavorista Umberto Romagnoli ha definito la Fiom «l’organizzazione sindacale, in Italia, con il più alto profilo storico e culturale». Si è poi soffermato sulla continuità evidente tra le politiche del governo Berlusconi e del governo Monti, «non solo, ma soprattutto sul terreno del lavoro». Stefano Colombini, segretario Flc Cgil di Modena, ha detto, commentando le parole del Sindaco di Modena di saluto all’assemblea, critiche nei confronti di Monti: «Le condivido, ma bisognerebbe dire allora con chiarezza che il governo se ne deve andare. Ed è ora che la Cgil indica lo sciopero generale». Riccardo Laterza, intervenuto a nome degli studenti, ha ricordato come siano giuste le battaglie referendarie sull’articolo 8 e sull’articolo 18, ma come sia altrettanto importante mettere in discussione la precarietà. Elisa Guidi, delegata Fiom dell’Elettrolux di Forlì, ha letto alcuni articoli della Costituzione. «Il lavoro è al centro della nostra carta costituzionale, ma se mi guardo intorno, non ne trovo traccia nell’Italia di oggi». Orlando Maviglia, delegato della Magneti Marelli di Bologna, ha invece rivolto alcune critiche alla linea della Fiom. «Avremmo dovuto fare certi passi, come lo sciopero generale dei metalmeccanici, prima. E su alcune cose, ad esempio sull’accordo del 28 giugno, siamo diventati troppo teneri». Mirco Lami, operaio della Lucchini di Piombino, è invece sceso dalla ciminiera su cui era salito nei giorni scorsi per intervenire all’assemblea. «Una volta salire sui tetti era considerata una forma di lotta estrema, eccezionale. Oggi è diventata la normalità». Mimmo Loffredo, operaio Fiat di Pomigliano, ha sottolineato «il coraggio della Fiom, che ha lottato con noi anche a rischio della sua scomparsa. Io e i miei compagni ci siamo, e continueremo a lottare». Loffredo ha ricordato anche che in diversi Paesi europei sono cresciuti forti movimenti sociali contro le politiche di austerità, «e anche qui da noi ce ne sarebbe un gran bisogno». Elena Lattuada, intervenuta a nome della segreteria nazionale della Cgil, ha ricordato la manifestazione del 20 ottobre, che vedrà le maggiori realtà aziendali in crisi come protagoniste. «Le politiche del governo non vanno per niente bene; aggravano la crisi invece di risolverla». L’agenda di chi lotta e non abbassa la testa sta diventando sempre più fitta: i referendum, la manifestazione del 20, il “No Monti Day” del 27 ottobre, lo sciopero generale della Fiom. Non sarà facile cambiare, ma c’è chi ci prova davvero. A partire dai cinquemila del PalaPanini di Modena.