
Il Reddito di Dignità – ha spiegato Emiliano si configura come un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui il trasferimento monetario è accompagnato da un patto di inserimento che gli individui che appartengono al nucleo familiare beneficiario stipulano con i servizi sociali locali, il cui rispetto è condizione per la fruizione del beneficio. Il patto è differenziato a seconda delle caratteristiche individuali e finalizzato alla presa in carico complessiva del nucleo familiare. L’intervento sarà attuato mediante una procedura aperta o "a sportello".
Il nucleo familiare beneficiario è ha un limite massimo di 5 componenti, è rimodulato per le famiglie di diversa composizione applicando la scala di equivalenza Isee. In prima attivazione, la misura Reddito di Dignità regionale è finanziata per un periodo triennale e sottoposta a valutazione periodica, con cadenza almeno semestrale.
Pur essendo la durata massima dell’intervento per ciascun richiedente e beneficiario di 12 mesi, resta ferma la possibilità di rientro nel percorso di inclusione sociolavorativa e di sostegno al reddito dopo un periodo di sospensione dall’ultimo beneficio percepito. All’entrata in vigore della Legge, per la situazione reddituale e patrimoniale familiare sarà stabilita una soglia pari ad euro 3.000 di Isee. Detta soglia – è stato detto – potrà essere elevata in presenza di ulteriori disponibilità finanziarie, con apposito provvedimento di giunta regionale.