
Intanto, il superticket resta, e al massimo sarà rimodulato regione per regione, "finendo con l’accrescere le diseguaglianze nel nostro Paese. È una tassa ingiusta, che grava sulle persone malate e rende inesigibile il diritto alla salute dei cittadini, che è garantito dalla Costituzione. Per questo, continueremo imperterriti la mobilitazione e a gennaio decideremo con quali modalità", aggiunge Dettori. Oltre alla sanità, c’è il tema del sociale, "dove ci battiamo per l’approvazione di una legge sulla non autosufficienza. Alla base, c’è il fatto che non può essere il ministero dell’Economia a decidere le politiche sanitarie del Paese, ma deve farlo il governo”, ha detto la dirigente sindacale".
Inoltre, torna a registrarsil’intasamento di pronto soccorso e ospedali. "Anziché avviare un piano di rimodulazione della rete sanitaria esistente, si è proceduto unicamente a tagliare posti letto e prestazioni - spiega Dettori - chiudendo e accorpando nosocomi sul territorio. Tutto ciò ha prodotto l’attuale caos, con file estenuanti cui vengono sottoposti i cittadini". Malgrado le carenze annose di personale e i carichi di lavoro sempre più gravosi, gli addetti rimasti riescono a garantire a prezzo di grossi sacrifici l’assistenza ai malati: basti pensare, che di media, l’orario di lavoro è salito da 36 (per contratto) a 44 ore settimanali, con gli straordinari diventati prassi quotidiana e spesso neanche più retribuiti per mancanza di risorse. Stante la situazione.