Se lunedì “mia figlia non avrà l'insegnante di sostegno in classe, martedì manifesterò in piazza d'Italia, davanti alla Prefettura, e chiedo il sostegno di tutta la città", ha aggiunto la mamma di Federica. All’Ansa la donna ha dichiarato: “mi hanno chiamata dalla scuola per convincermi a far tornare in classe mia figlia. Mi hanno detto che forse lunedì ci sarà l'insegnante di sostegno, e che in ogni caso la mia ragazza non sarà lasciata sola. Ma i forse non mi bastano più. Mi dicono queste cose dall'inizio dell'anno scolastico, e in un mese nulla è cambiato. Lo ripeto, riporterò mia figlia a scuola solo se e quando saranno garantiti i suoi diritti. E avere l'insegnante di sostegno è un suo diritto. Io non sono più disposta a lasciarla abbandonata su una sedia per tutta la mattina, a guardare gli altri ragazzi che fanno lezione. Voglio certezze".
Negli ultimi vent’anni, il numero degli allievi iscritti portatori di disabilità accertata è più che raddoppiato: nell’anno scolastico 1997/98, la presenza di alunni con sostegno era dell’1,40%; dieci anni dopo era già arrivata all’1,95%; nell’anno scolastico 2012/13 al 2,50%; di recente, nel 2017/18, si è raggiunto il 3,10%. I termini numerici sono ancora più evidente: nell’anno scolastico 1997/98, gli iscritti disabili certificati erano poco più di 123 mila; nel 2018 siamo arrivati ad oltre 280 mila; quest’anno si sfioreranno i 300 mila iscritti.
A fronte di questi numeri crescenti di iscrizioni, però, non si è assistito ad un incremento di docenti di sostegno in organico di diritto: nel 2007 erano 56.164; nel 2013 67.795; due anni dopo, nel 2015 si è passati a 90.032; poi, però dal 2017 ad oggi l’organico di diritto si è collocato a 100.080 cattedre. Così, abbiamo assistito al boom dei posti in deroga: tra il 2014 e il 2018, si è passati da 28.863 a 65.890. E quest’anno, secondo le proiezioni Anief, si arriverà a 80 mila contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno.